RECENSIONI
"Semuren è una narrazione che crea un corto-circuito fra un futuro (prossimo?) e un passato non così lontano. Che cosa succederebbe se fossero gli italiani a partire? si chiede l'autore... ma gli italiani, in fondo, sono sempre emigrati. Dunque la domanda inquietante che il romanzo cela non è certo questa, ma: come abbiamo fatto a dimenticare? In che modo una nazione di emigranti ha potuto negare fino a questo punto l'accoglienza agli immigrati? Leggendo Semuren ci si diverte con un brivido: tutto quello che viene narrato è un futuro ipotetico e possibile, o invece è appena accaduto?"
DANIELE COMBERIATI, Professore di Letteratura italiana e Direttore del Master in Studi Culturali dell'Université Paul-Valéry-Montpellier. Si occupa di letteratura della migrazione, fantascienza, postcolonialismo italiano e romanzo grafico. E' autore di Ideologia e rappresentazione. Percorsi attraverso la fantascienza italiana (Mimesis 2020) e con Simone Brioni di Italian Science Fiction. The Other in Literature and Film (Palgrave Macmillan 2019).
"Antropologo e studioso delle dinamiche migratorie, Vietti cerca con gli strumenti dell’evocazione letteraria di conseguire quegli effetti di comprensione che i resoconti di ricerca e la scrittura accademica non sempre raggiungono. In particolare, vuole restituire il punto di vista dei migranti, le loro esperienze, i loro percorsi biografici, i loro stati d’animo, le condizioni di estraniamento nella società d’arrivo. Lo fa attraverso la più classica strategia di inversione, che la cornice fantascientifica consente con naturalezza di impiegare. Il migrante è l’io narrante, che si scopre progressivamente coincidere con l’autore stesso".
"Semuren tratta di un mondo che è del tutto analogo a quello in cui stanno
vivendo oggi milioni di migranti, ma non noi. Descrive una realtà che è fantastica soltanto in quanto non fa parte della nostra vita, ma di quella di chi sta ai margini. Francesco Vietti, mettendo sé stesso come primo personaggio, ci dice: oggi siamo qui, ma seguitemi e vedrete cosa sta per capitarci. Così ci conduce in una situazione da incubo, ma la descrive in modo del tutto realistico. Non è un luogo della fantasia, ma un luogo ben conosciuto dall’autore perché ha fatto per anni ricerche sul campo in questo mondo degli altri, che nel racconto si trasforma nel nostro".
"Molti temi e scenari complessi, per questa prima prova narrativa dell'antropologo Francesco Vietti, che prende di petto la questione della coesistenza tra migranti e popolazione nativa, innestandola in uno dei meccanismi tipici della distopia, ovvero il rovesciamento. Ricorrendo alla sua conoscenza delle migrazioni interne in Europa, Vietti fa percorrere ai protagonisti (Francesco che lascia l'Italia come migrante economico e Shen Fu insieme ai transfughi della guerra civile) tratte avventurose e pericolose, in cui la persona è degradata a pezzo da spostare e a corpo da sfruttare".